Figùa de pórvoa
Cinque sezioni accorpano una raccolta poetica nella lingua della bassa Lunigiana.
L'immaginazione, la solidarietà, la precarietà umana, l'affetto per chi non c'è più, l'amore per ogni essere vivente sono soggetto e oggetto del sentimento forte di un autore che, scrive Adriano Sofri nell'Introduzione, invece di parlare coi morti come se fossero ancora vivi, si rivolge a loro “come se tu fossi già morto”.
Aggiunge Sofri: “L'autore fa il cammino giusto. Ha un altro vantaggio, ai miei occhi, alle mie orecchie: che il suo dialetto fa una tale economia di consonanti da sembrare infantile, ma senza perdere una sua durezza.”.
Aspra e musicale insieme, è di fatto un ossimoro reale, contiene il presente e la memoria in un linguaggio necessario ed essenziale che, senza arroganza, nel segno dell'umiltà, chiede sintonia al lettore.
Finalista al Premio San Vito al Tagliamento 2021 con la seguente motivazione:
Con Figùa de pórvoa Amilcare Mario Grassi sceglie ancora una volta il dialetto lunigianese e un materiale linguistico-espressivo radicato profondamente nella sua infanzia. In versi finemente cesellati, Grassi accosta a immagini icastiche di poesia civile la memoria di ambienti, personaggi, affetti familiari, che tornano in vita a lenire sofferenza e solitudine. Un libro malinconico e commovente, in cui affiora l’antica pietas, intesa come accettazione, compassione, rispetto verso tutti gli esseri viventi.